Gli strumenti di misura sono una delle famiglie di prodotti più importanti che si usano in laboratorio. Determinare con certezza temperatura, densità, pH, ossimetria o altri valori, dermina la buona riuscita di una analisi e la sua ripetibilità.
I più conosciuti sono gli strumenti di misura di quantità come i cilindri, i matracci o le più generali bilance. Altre misurazioni sono più specifiche e richiedono strumenti specializzati in quella funzione. È il caso della temperatura con il termometro o la densità con il densimetro.
Alcuni valori però sono veramente tipici del laboratorio e vengono misurati con apparecchi che nel nome contengono la loro utilità.
Il rifrattometro, ovviamente, misura l’indice di rifrazione di una sostanza mentre lo spettrofotometro analizza lo spettro della luce visibile, dall’infrarosso all’ultravioletto.
Non è però il caso delle burette che sono strumenti di vetro che servono per misurare in modo accurato il volume di un liquido. In questo caso il nome non rivela lo scopo ma pare che derivi dal francese burette che significa piccola ampolla.
Strumenti di misura elettronici
L’elettronica è molto utilizzata nelle analisi chimiche di laboratorio. Alcuni strumenti che fino a pochi anni fa erano meccanici o manuali, oggi utilizzano una elettronica avanzata per le rilevazioni digitali.
pHmetri
È il caso dei phmetri, per esempio, che sono strumenti che misurano il ph di una soluzione liquida o di un campione.
Il dato è rilevato da una sonda che oggi è elettronica e che invia i dati raccolti allo strumento. Il display e tutte le sue funzioni elettroniche sono in grado di mostrare i valori e di calcolarli secondo diverse unità di misura.
Inoltre le sonde si adattano ad utilizzi diversi, sia per i liquidi che per materiali solidi e semi-solidi.
Termometri
Un altro esempio tipico di applicazione dell’elettronica in uno strumento di misura è quello dei termometri.
Gli strumenti analogici, ancora esistenti, utilizzano soprattutto il tipo a mercurio.
Questi termometri rilevano la temperatura tramite il mercurio liquido posto in una colonna che si dilata con l’aumento della stessa.
Con l’avvento dell’elettronica si sono diffusi i termometri digitali, anche per la pericolosità e la difficoltà di smaltimento del mercurio.
I termometri digitali rilevano la temperatura tramite un sensore costituito da un termistore alimentato dalla corrente elettrica. La variazione della temperatura ha l’effetto di provocare nel sensore una variazioni di resistenza elettrica. Questa variazione, tramite un circuito elettronico, viene visualizzato su uno display elettronico sotto forma di valore numerico. Il dato digitale può essere facilmente visualizzato in diverse unità di misura e memorizzato per una rilevazione statistica dei dati.